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6 modi per sanare le irregolarità. “Art. 36-bis (L)
(Accertamento di conformità nelle ipotesi di parziali difformità)

Sulla richiesta di permesso in sanatoria il dirigente o il responsabile del competente ufficio
comunale si pronuncia con provvedimento motivato entro quarantacinque giorni, decorsi i
quali la richiesta si intende accolta. Alle segnalazioni di inizio attività presentate ai sensi del
comma 1, si applica il termine di cui all’articolo 19, comma 6-bis della legge 7 agosto 1990,
n. 241. Nelle ipotesi di cui al comma 4, i termini di cui al primo e secondo periodo sono
sospesi fino alla definizione del procedimento di compatibilità paesaggistica. Decorsi i
termini di cui al primo, secondo e terzo periodo, eventuali successive determinazioni del
competente ufficio comunale sono inefficaci. Il termine è interrotto qualora l’ufficio
rappresenti esigenze istruttorie, motivate e formulate in modo puntuale nei termini stessi, e
ricomincia a decorrere dalla ricezione degli elementi istruttori. In caso di accertata carenza
dei requisiti e dei presupposti per la sanatoria, il dirigente o il responsabile del competente
ufficio comunale applica le sanzioni del presente testo unico.”;

In caso di interventi realizzati in parziale difformità dal permesso di costruire o dalla
segnalazione certificata di inizio attività nelle ipotesi di cui all’articolo 34 ovvero in assenza
o in difformità dalla segnalazione certificata di inizio attività nelle ipotesi di cui all’articolo
37, fino alla scadenza dei termini di cui all’articolo 34, comma 1 e comunque fino
all’irrogazione delle sanzioni amministrative, il responsabile dell’abuso, o l’attuale
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proprietario dell’immobile, possono ottenere il permesso di costruire e presentare la
segnalazione certificata di inizio attività in sanatoria se l’intervento risulti conforme alla
disciplina urbanistica vigente al momento della presentazione della domanda, nonché ai
requisiti prescritti dalla disciplina edilizia vigente al momento della realizzazione.

Il permesso presentato ai sensi del comma 1 può essere rilasciato dallo Sportello unico
edilizia di cui all’articolo 5, comma 4-bis subordinatamente alla preventiva attuazione, entro
il termine assegnato dallo Sportello unico, degli interventi di cui al secondo periodo. In sede
di esame delle richieste di permesso in sanatoria lo Sportello unico edilizia può condizionare
il rilascio del provvedimento alla realizzazione, da parte del richiedente, degli interventi
edilizi, anche strutturali, necessari per assicurare l’osservanza della normativa tecnica di
settore relativa ai requisiti di sicurezza, igiene, salubrità, efficienza energetica degli edifici e
degli impianti negli stessi installati, al superamento delle barriere architettoniche e alla
rimozione delle opere che non possono essere sanate ai sensi del presente articolo. Per le
segnalazioni certificate di inizio attività presentate ai sensi del comma 1, lo Sportello unico
edilizia individua tra gli interventi di cui al secondo periodo le misure da prescrivere ai sensi
dell’articolo 19, comma 3, secondo, terzo e quarto periodo della legge 7 agosto 1990, n. 241,
che costituiscono condizioni per la formazione del titolo.

La richiesta del permesso di costruire o la segnalazione certificata di inizio attività in
sanatoria sono accompagnate dalla dichiarazione del professionista abilitato che attesti le
necessarie conformità. Per la conformità edilizia, la dichiarazione è resa con riferimento alle
norme tecniche vigenti al momento della realizzazione dell’intervento. L’epoca di
realizzazione dell’intervento è provata mediante la documentazione di cui all’articolo 9-bis,
comma 1-bis, secondo e terzo periodo. Nei casi in cui sia impossibile accertare l’epoca di
realizzazione dell’intervento mediante la documentazione indicata nel terzo periodo, il
tecnico incaricato attesta la data di realizzazione con propria dichiarazione e sotto la sua
responsabilità. In caso di dichiarazione falsa o mendace si applicano le sanzioni penali,
comprese quelle previste dal capo VI del testo unico di cui al decreto del Presidente della
Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445.

Qualora gli interventi di cui al comma 1 sono eseguiti su immobili soggetti a vincolo
paesaggistico, il dirigente o il responsabile dell’ufficio richiede all’autorità preposta alla
gestione del vincolo apposito parere vincolante in merito all’accertamento della compatibilità
paesaggistica dell’intervento. L’autorità competente si pronuncia sulla domanda entro il
termine perentorio di centottanta giorni, previo parere vincolante della soprintendenza da
rendersi entro il termine perentorio di novanta giorni. Se i pareri non sono resi entro i termini
di cui al secondo periodo, il dirigente o responsabile dell’ufficio provvede autonomamente.

Il rilascio del permesso e la segnalazione certificata di inizio attività in sanatoria sono
subordinati al pagamento di una sanzione pecuniaria pari al doppio dell’aumento del valore
venale dell’immobile conseguente alla realizzazione degli interventi, in misura compresa tra
1.032 euro e 30.984 euro. Nelle ipotesi di cui al comma 4, qualora venga accertata la
compatibilità paesaggistica, si applica altresì una sanzione equivalente al maggiore importo
tra il danno arrecato e il profitto conseguito mediante la trasgressione. L’importo della
sanzione pecuniaria è determinato previa perizia di stima; in caso di rigetto della domanda
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si applica la sanzione demolitoria di cui all’art. 167, comma 1, del decreto legislativo 22
gennaio 2004, n. 42.